Prima di organizzare la nuova vita che mi aspetta da oggi in poi, è bene fare un breve riassunto dell’anno passato, per capire meglio cosa hanno imparato i nostri eroi e cosa può essere utile ricordare per il futuro.
Partiamo però da Novembre 2014, mese in cui ero arrivato al limite di sopportazione del vecchio lavoro a milano, sia per quanto riguarda la gestione dell'ufficio sia per le faticose 4 ore di viaggio per andare e tornare ogni giorno. Già da tempo mi stavo organizzando per iniziare a lavorare come freelance e in più avevo fatto un colloquio per un lavoro in Svizzera, a 15 minuti da casa. Quindi in un modo o nell’altro, avevo deciso di licenziarmi e abbandonare finalmente la vita per me insopportabile di pendolare. Dicembre 2014 è stato quindi l’ultimo mese di lavoro a Milano, mentre ancora aspettavo una proposta per l’eventuale lavoro in Svizzera.
A Gennaio 2015 gli Svizzeri hanno fatto la loro proposta poco equa, c’erano un po’ di cose che non mi piacevano e il responsabile dell’ufficio non mi ispirava per nulla dal punto di vista umano e lavorativo, ma dopo alcune sistemazioni al contratto e siccome la persona con cui avevo fatto il colloquio principale mi sembrava molto in gamba, avevo deciso di provare. Inoltre il progetto su cui avrei dovuto lavorare era qualcosa di enorme rispetto a quelli su cui avevo lavorato fino ad all’ora, il che poteva offrirmi una conoscenza approfondita su diversi aspetti che non avrei potuto testare personalmente in altro modo. Lo stipendio era molto buono e il lavoro vicinissimo a casa, nel caso ci fosse stato qualche problema avrei potuto andarmene quando necessario.
Effettivamente l’ufficio a due passi da casa, il buon stipendio e l’esperienza pratica del progetto si sono rivelate le uniche cose positive che ho vissuto nell’ultimo anno da frontaliere svizzero. La vicinanza a casa per quanto mi lasciasse molto meno stanco dal punto di vista fisico rispetto alle 4 ore di viaggio pendolare, non mi regalava tempo libero in più, anzi!
Nel vecchio lavoro a milano mi ero fatto fare un contratto part-time verticale, in modo da lavorare solamente fino al giovedì e avere un weekend di 3 giorni in cui riprendere energie e in cui riuscivo a gestire molti dei progetti e interessi personali. Nel nuovo lavoro anche se ci mettevo molto meno per andare e tornare da casa, dovevo comunque alzarmi alle 6 del mattino per accompagnare la Persona che Fotografa con le Parole in stazione, siccome lei continua a lavorare a Milano, e poi andare a prenderla sempre in stazione alla sera quando torna a casa. In pratica dopo averla accompagnata la mattina, prima di andare in ufficio avevo un’oretta per lavarmi con calma e sistemare un po’ di cose al PC, mentre la sera anche tornando a casa alle 18:30, c’era giusto il tempo per sistemarmi un attimo e poi uscire nuovamente per andare a recuperarla in stazione. Avevo una serie di mezzore libere sparse tra il mattino e il tardo pomeriggio da lunedì a venerdì, che sommate formavano circa 5 ore libere, poco utili per fare qualcosa di complesso oltre che rispondere a vari messaggi e programmare quello che avrei dovuto fare nella giornata. Difficile fare qualcosa che necessitasse di più di 30 minuti continui di attenzione. Sicuramente un peggioramento rispetto alle 24 ore filate di tempo libero che avevo nei venerdì a casa.
Il tutto va anche sommato alle sensazioni umane nel nuovo ufficio. Poco dopo aver iniziato a lavorare in Svizzera e ansioso di collaborare con la persona con cui avevo fatto il colloquio, ho scoperto che non avremmo lavorato insieme siccome la stavano spostando su un altro progetto a Roma. Quindi il mio eventuale responsabile dal volto umano e dalle strategie lavorative in linea con le mie proposte, non si è mai materializzato. In cambio, mi sono ritrovato con un paio di responsabili dai modi e personalità totalmente contrari ai miei. Non sto a dettagliare la questione, ma il succo è uno solo: per me lavorare con quelle persone era più una tortura che altro.
Se non bastasse, per vari motivi random la maggior parte delle mie proposte per il progetto di ottimizzazione del sito, non sono mai state prese molto in considerazione e le problematiche che avevo previsto se non fossero state seguite quelle proposte, si sono naturalmente presentate dopo pochi mesi. Anche con il fallimento sotto agli occhi e pur spiegando loro che quel tipo di sito senza le caratteristiche proposte non poteva fare quello che chiedevano nei tempi richiesti, i responsabili sembravano più inclini a proclamare che non funzionasse la strategia, piuttosto che iniziare realmente ad implementarla.
Inutile dire che dover seguire quel tipo di progetto gestito in un modo a me poco chiaro, portasse più sconforto che soddisfazioni. Scappato da un lavoro milanese che mi portava stanchezza fisica e ira, ero finito in un altro che mi portava stanchezza mentale e irritazione, oltre che meno tempo libero. Insomma, era chiaro che dovevo scegliere se rimanere in quella condizione o andarmene anche da li. Come al solito la lista di pro e contro era lunga e complessa, e mi ero prefissato fine gennaio 2016, a un anno esatto dall’inizio di questa odissea, come data finale per prendere una decisione.
Siccome prima di iniziare il nuovo lavoro in Svizzera avevo ancora la prospettiva di mettermi in proprio, uno dei progetti personali su cui lavoro già da anni è un sito su cui a Novembre 2014 avevamo aperto una campagna di sostegno da parte dei fan tramite Patreon, e uno dei “goal” della campagna era quello di creare un libro relativo alle ricerche svolte per il sito. Non avevo considerato il fatto che nel caso in cui avessi accettato il lavoro in Svizzera, non avrei avuto molto tempo per creare il libro. Dopo aver iniziato a lavorare in Svizzera, ovviamente il “goal” del libro era ormai raggiunto e per non deludere le aspettative dei nostri sostenitori (ma anche perchè il libro è una cosa che io stesso vorrei vedere realizzata), mi sono ritrovato a dover organizzare anche questa cosa, non si sa bene come. Ecco che l’unica soluzione per non impazzire era quella di tagliare tutto il “superfluo” (come gli aggiornamenti su questo blog) per poter portare avanti le cose più importanti.
Tra gli effetti collaterali del rimuovere le 4 ore di pendolarismo giornaliero oltre alla utilità di ascoltare video relativi alle ricerche che stavo facendo per il libro invece di musica durante i lavori in casa, ecco che la quantità di musica ascoltata nel 2015 è calata mostruosamente (anche a confronto con il 2013 - 2014 in cui comunque era diminuita rispetto al 2010 - 2012, per vari motivi tra cui il fatto di vivere con la Persona che Fotografa con le Parole e non poter più quindi ascoltare musica fastidiosa a tutto volume in qualsiasi ora del giorno e della notte).
Pur mantenendo una sera a settimana per giocare in coop con gli amici nerd, nel 2015 ho praticamente smesso di giocare in singolo, a parte un paio di titoli molto brevi che volevo assolutamente giocare (come The Beginner's Guide, The Old City: Leviathan, The Last Dogma, Dyscourse e "Dr. Langeskov, The Tiger, and The Terribly Cursed Emerald") e Life is Strange giocato insieme alla Persona che Fotografa con le Parole durante le ferie natalizie (a me non è piaciuto molto, a lei un sacco e tenendo conto che praticamente non gioca a nulla, è sicuramente un grande traguardo!). Ho ancora SKYRIM da continuare, ma tenendo conto che mi ci perderò per qualche centinaio di ore, probabilmente lo riprenderò in mano solo una volta finito il libro. Nota di merito per quel capolavoro di multiplayer offline che è Duck Game, ci abbiamo perso numerose sere con la Stilista di Argomenti, la Traduttrice Irlandese e il Lettore Americano, favolosamente demenziale e divertente.
E fuck, non dovendo più aspettare treni in arrivo e non dovendo più prendere treni e metropolitane, ho praticamente azzerato la lettura di libri. Certo negli ultimi mesi ho scritto molto e letto molto rispetto agli argomenti del libro su cui stiamo lavorando, ma per il resto mi mancano i volumi cartacei pieni di idee interessanti. E ho pure una pigna di manga ancora da iniziare, l’unico letto a random durante le vacanze estive è stato I Am A Hero.
Con i film siamo un po’ in stallo, siamo riusciti a organizzare pochi Cineforum For Weirdos nel 2015 e mi mancano ancora da vedere una vagonata di titoli suggeriti da 366weirdmovies, prima riuscivo a vederne qualcuno durante il venerdì libero ma naturalmente anche questi sono stati tagliati.
E questo è un po’ tutto, riassunto e con tante cose omesse o dimenticate.
Manca solo la notizia più importante: a fine gennaio avrei dovuto scegliere se continuare a lavorare in un posto che non mi piaceva e che mi impegnava tempo che avrei preferito usare in altro modo? Ebbene, alla fine non ho neanche dovuto scegliere io: i responsabili e i finanziatori del progetto hanno deciso che la parte su cui lavoravo non avrebbe portato i risultati da loro sperati nei tempi da loro voluti, e quindi hanno chiuso il tutto, avvisandomi con rammarico che avrebbero dovuto lasciarmi a casa. Rammarico? E’ stata una delle notizie più belle che abbia mai sentito li dentro! Però non diamolo troppo a vedere. Ebbene si, dal 5 febbraio sono ufficialmente libero dalla schiavitù lavorativa e ho già in programma una serie infinita di progetti personali per vivere al meglio e guadagnare quello che basta per sopravvivere facendo quello che mi piace fare. Sarà possibile? Cosa ci aspetterà nei prossimi mesi? Suspance..